Su DCASA di Repubblica di Dicembre 2019 nell’editoriale INTERNI – MODI DI ABITARE scrivono della casa di Roberto Radisa: un’atmosfera ariosa e accogliente caratterizzata da numerosi pezzi d’arte collezionati negli anni.
IL COLLEZIONISTA
ROBERTO RADISA, ARCHITETTO, GALLERISTA E CONDUTTORE TV, PER ARREDARE LA SUA CASA HA PUNTATO SULLA LUCE, CHE SI RIFLETTE SULLE OPERE D’ARTE E SUI PEZZI ICONICI DI GIO PONTI E VICO MAGISTRETTI
testo e foto di Alessandra Iannello
La luce filtra dal vetro trasparente delle porte, accende il colore degli arredi e gioca attraverso il cristallo dei bicchieri quando il lungo tavolo è apparecchiato per gli ospiti. Si respira un’atmosfera ariosa e accogliente da Roberto Radisa, a partire dai tre ambienti diurni (il soggiorno, la sala da pranzo e lo studio), collegati l’uno all’altro in sequenza. “Amo i vecchi parquet ma soprattutto le porte originali ad arco, un po’ più larghe del normale, che enfatizzano lo sguardo da una stanza all’altra. Stessa filosofia per le porte più piccole, le classiche milanesi a doppio battente, dove ho preferito sostitire i vetri satinati con altri trasparenti”, racconta l’architetto, arredatore, designer, conduttore di Cerco casa disperatamente su Real Time e, da poco, titolare di un negozio-galleria dedicato alla tavola. Siamo a Milano, zona Porta Venezia: “Mi sono innamorato di questo tipico palazzo anni ’20 per i decori eleganti ma non eccessivi, per il tocco sofisticato ma delicato nelle stanze e nei decori sui soffitti. Durante la ristrutturazione ho conservato quasi tutto, e rispettato l’impianto originale”. E’ stata solo invertita la posizione della cucina e camera da letto, che adesso sta in fondo alla casa, e si affaccia sulla sala da pranzo attraverso il corridoio. “Nelle case milanesi molto spesso la cucina non si doveva vedere troppo. Ora non più”. Qui c’è sempre un vaso con i fiori freschi, tra i libri e i numerosi servizi di piatti, bicchieri, stoviglie, posate d’argento. Il pavimento originale è perfettamente conservato: vecchie marmette in graniglia. In tutta la casa, di grande valore le opere d’arte (sculture di Giacomo Benevelli, quadri di Pino Urbano e Piero Prampolini) e gli arredi di design (Gio Ponti e Paolo Buffa, Marcel Breuer e Vico Magistretti, Dieter Rams e Guido Andlovitz). E poi, i mobili e i complementi anni ’50, e ancora ceramiche e porcellane, cristalli e vetri sapientemente soffiati, lavorati, torniti, e deliziosamente decorati.

Particolare del soggiorno, da cui si gode la fuga prospettica degli altri ambienti, tutti giocati sui toni del blu e del verde 
In primo piano poltroncina arancione Basket di Vico Magistretti per De Padova, in fondo a destra lampada da terra anni ’70 a lamine di metallo e divano Solo di B&B Italia 
Il tappeto è stato disegnato e fatto realizzare dal propretario, la lampada è la Nesso di Artemide 
Particolare del carrello portavivande Decò su cui sono appoggiati due vasi in vetro di Murano degli anni ’50 
Roberto Radisa 
Cassettiera anni ’50 con vaso West Bay; disegno di Ugo La Pietra e tempera di Mario Radice 
Visuale dalla sala da pranzo verso il soggiorno: in primo piano il vaso Arlecchino di Rometti 

La tavola apparecchiata con bicchieri e brocche Liberty, posate in argento e servizio di piatti in porcellana di Laveno decorato su disegno di Guido Andlovitz 
La sala da pranzo 

Lo scorcio dei tre ambienti: soggiorno, pranzo e studio 


Lo studio: in primo piano l’iconica poltrona di Paolo Buffa 
In cucina, pavimento in marmette di graniglia originali. Alla parete piastrelle fatte a mano; sopra, tre disegni di E. Sottsass. Sul tavolo di olmo massello un servizio di porcellana Rosenthal anni ’30. 
Piano di lavoro e lavello in acciaio affiancati da una coppia di sedie anni ’50 
Dettaglio delle mensole della cucina 
Alzatina di Rometti 
VIsta del corridoio caratterizzato da un mobile bar anni ’50 in rovere tinto e poltroncina Cesca Chair di Marcel Breuer